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Ivo Andrić

Ivo Andrić

Ivo Andrić, figlio di Antun Andrić e Katarina Pejić, nacque a Travnik, nel 1892, nella Bosnia occupata dagli austriaci, ma ancora fortemente legata al passato ottomano. Visse con i genitori a Sarajevo fino all'età di due anni; quando il padre morì fu costretto a trasferirsi da una zia a Višegrad, dove visse la sua infanzia. La cultura orientale e occidentale si mescolavano in Bosnia in misura molto maggiore che in qualsiasi altro posto della penisola balcanica; sebbene fosse una piccola città di provincia della Bosnia orientale, Višegrad, definita più tardi dallo scrittore "la mia vera casa", rappresentò la sua fonte principale di ispirazione L. Le abitudini della popolazione locale, i costumi e le particolarità della vita quotidiana dei suoi abitanti, il fiume Drina e il famoso ponte di Mehmed Paša Sokolović di questa città multietnica e multiconfessionale, in cui i gruppi predominanti erano i serbi e i musulmani bosniaci, osservati da vicino da Andrić fin dalla tenera età, avrebbero fornito ambientazione e materiale per le sue opere.

Al termine della scuola elementare, Andrić ricevette una borsa di studio triennale da un gruppo culturale croato chiamato Napredak (Progresso) per studiare a Sarajevo. Nell'autunno del 1902 venne iscritto al Gran Gymnasija di Sarajevo, la più antica scuola secondaria in Bosnia.

Nel 1911, quando era ancora uno studente della scuola secondaria, pubblicò le sue prime due poesie nella rivista letteraria Bosanska vila che promuoveva l'unità serbo-croata. Prima della prima guerra mondiale, le sue poesie, saggi, recensioni e traduzioni (August Strindberg, Walt Whitman e un certo numero di autori sloveni), apparvero in riviste come Vihor (Vortice), Savremenik (Contemporaneo), Hrvatski pokret (Movimento croato) e Književne novine (Notizie letterarie). Una delle forme letterarie preferite di Andrić era la prosa lirica e molti dei suoi saggi e pezzi più brevi erano poesie in prosa. Lo storico Wayne S. Vucinich descrive la poesia di Andrić di questo periodo come "soggettiva e per lo più malinconica".


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Copertina di Racconti di Bosnia

Racconti di Bosnia

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Anno: 1995