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Massimo Gorkiy

Massimo Gorkiy

Maksim Gor'kij (in russo: Макси́м Го́рький), pseudonimo di Aleksej Maksimovič Peškov (Алексей Максимович Пешков; Nižnij Novgorod, 28 marzo 1868 – Mosca, 18 giugno 1936) è stato uno scrittore e drammaturgo russo.

La lotta contro la miseria, l'ignoranza e la tirannia sono le costanti di tutta l'opera dello scrittore, che è considerato il padre del realismo socialista.

Nato a Nižnij Novgorod in una famiglia povera, rimase orfano a dieci anni e nel 1880, appena dodicenne, scappò di casa per andare a vivere dalla nonna, eccellente narratrice di storie popolari, che molto probabilmente gli trasmise la passione per la letteratura. Duramente colpito dalla morte dell'anziana parente, tentò il suicidio (dicembre 1887), ma sopravvisse e intraprese un viaggio a piedi, durante il quale attraversò l'Impero Russo per cinque anni, cambiando continuamente lavoro.

Imparò a scrivere grazie al cuoco di bordo di un battello sul Volga, dove lavorava come sguattero. Anche dopo questa esperienza egli continuò a vagabondare per tutto il paese, facendo il fornaio, il guardiano notturno e lo scaricatore di porto: nei suoi scritti non mancò di segnalare tutte le sensazioni che provava man mano che la sua vita andava avanti.

Lavorò come giornalista presso alcune testate locali, usando lo pseudonimo di Хламида Иегудиил (Chlamida Iegudiil, con evidente riferimento al genere "cappa e spada" data l'assonanza col termine greco chlamys, "mantello"). Cominciò ad utilizzare Gor'kij ("amaro") come nome d'arte nel 1892, mentre scriveva su un giornale di Tiflis: il motivo è da ricercare nel fatto che egli aveva intenzione di analizzare l'amara realtà.


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