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Mauro Laeng

Mauro  Laeng

Pedagogista italiano di origine svizzera, ha insegnato per oltre trent’anni nella I e nella III Università di Roma, dove per un decennio ha anche diretto il “Museo Storico della Didattica”. È stato Vicepresidente della “Comparative Education Society in Europe” e del Centro Europeo di Villa Falconieri a Frascati; ha collaborato con l’OCSE e con il Consiglio d’Europa di Strasburgo. Ha fondato e diretto una “Enciclopedia Pedagogica” in 6 voll. (premio Capri San Michele) cui hanno collaborato circa cinquecento autori di diversi paesi. Ha pure fondato e diretto la rivista “Didattica delle Scienze e Informatica nella Scuola” di cui sono usciti quasi duecento numeri. M. Laeng, proprio nella Enciclopedia Pedagogica, così spiega il rapporto tra autoeducazione e eteroeducazione, ossia il rapporto tra le forze interne (risorse personali, in parte ereditarie) e quelle esterne (fattori sociali, culturali, ecc.) al soggetto: “ Autoeducazione e eteroeducazione L’educazione vede il concorso di due ordini di fattori, che si possono chiamare endogeni e esogeni. I primi sono insiti nel soggetto educando, solo in parte innati (in quanto derivati dal corredo ereditario) e in parte invece prodotti dallo stesso sviluppo, che non è performistico, nel senso deterministico, ma piuttosto “epigenetico”, nel senso che ogni tappa prepara ma non esaurisce le successive, che aggiungono sempre qualcosa di nuovo. I secondi sono invece di origine esterna, [provengono] dall’ambiente naturale o artificiale, o più spesso dall’ambiente sociale che condiziona anche gli influssi dei primi due. Poiché due ordini di fattori sono sempre compresenti, si spiega come l’esito dell’educazione difficilmente dia un risultato prevedibile e scontato: né la forza dell’eredità, né quella della formazione bastano a piegare in un solo senso. Va aggiunto che, senza cooperazione dell’educando, ogni opera esterna di rincalzo è inutile: ma è anche accertato che, senza cooperazione dell’educatore, l’educando non svolgerebbe che in minima parte le sue potenzialità, restando in uno stato di selvatichezza primitiva (come i bambini-lupo). Per questo si può dire che l’ “auto” e la “etero” educazione sono mutuamente necessarie


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Anno: 1990