Categoria: Immigrazione
Editore: Roma: Centro Studi e ricerche Idos
Pagine: 477
ISBN: !!!
DOI: A2-19
Anno: 2019

Stato prestito: Disponibile

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Recensione

Scritto da Corrado Palmiero

Il Dossier Statistico Immigrazione 2019 esce dopo mesi di sovraesposizione politica, mediatica e sociale dei migranti, ingiustamente considerati come causa di molti problemi e disfunzioni endemici e strutturali al sistema paese. Problemi e disfunzioni la cui soluzione potrebbe spesso essere efficacemente cercata lavorando insieme agli immigrati stessi, che, avendo spesso maturato una storia di insediamento e radicamento in Italia pluridecennale, costituiscono una parte integrante del tessuto sociale, culturale, produttivo e occupazionale del paese. Anche quest’anno il Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con il Centro Studi e Rivista Confronti, offre al pubblico un’edizione aggiornata del Dossier, la 29esima, cofinanziata dall’Otto per mille della Chiesa Valdese - Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, alla cui realizzazione hanno contribuito decine di studiosi ed esperti in materia. L’apporto differenziato di questa pluralità di contributi intende fare del Dossier non solo un sussidio conoscitivo puntualmente aggiornato con i dati più recenti sui diversi aspetti in cui l’immigrazione si articola, ma anche uno strumento che aiuti la riflessione e l’approfondimento su un fenomeno di cruciale importanza per l’Italia e per l’intero contesto globale.

L’ANNUS HORRIBILIS

Tra le estati 2018 e 2019 è indubbiamente trascorso un annus horribilis per l’immigrazione, con ben due decreti“sicurezza”, immediatamente convertiti in legge, che hanno colpito sia gli immigrati già presenti in Italia, il primo, sia quelli diretti verso il paese, ilsecondo. Tutta l’attenzione mediatica e la comunicazione politica hanno continuato a insistere sugli arrivi via mare dei richiedenti asilo, riproponendo – come da quarant’anni a questa parte – la retorica dell’invasione. In realtà, a seguito dei discutibili e onerosi accordi che l’Italia ha stretto con la Libia, non solo già nel 2017 il numero dei migrantisbarcati nel paese era diminuito di oltre un terzo rispetto al 2016, scendendo a 119.310 casi, ma durante tutto il 2018 si è attestato ad appena 23.370, un numero crollato in un anno di oltre l’80%, per ridursi, nei primi 9 mesi del 2019, a soli 7.710 casi. Si tratta di una cifra inferiore di ben 5 volte ai 39.000 migranti che nel frattempo sono giunti in Grecia e di circa 2,5 volte ai 19.000 approdati in Spagna, oltre che sostanzialmente equiparabile ai 6.400 richiedenti asilo che, nel 2018, l’Italia ha dovuto riammettere sul proprio territorio dai paesi comunitari in cui si erano trasferiti violando il Regolamento di Dublino. Come è noto, questo crollo degli arrivi via mare è stato ottenuto al prezzo di un elevato numero di migranti, o fermati lungo la traversata dalla Guardia costiera libica (appositamente finanziata, addestrata e rifornita di mezzi dall’Italia e dall’Unione europea) e riportati nei campi di detenzione del paese nordafricano (dove sono tornati a subire sevizie, stupri e torture), oppure annegati lungo la rotta del Mediterraneo centrale, ancora la più letale al mondo con più di 25.000 morti o dispersi accertati dal Duemila ad oggi: oltre la metà di tutti quelli calcolati nelle rotte marittime a livello mondiale...