Categoria: Storia
Editore: Roma : Editori riuniti/Theoria
Pagine: 351
ISBN: !!!!!!!
DOI: G2
Anno: 1969

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Recensione

Scritto da Corrado Palmiero

Un problema che attanagliò l’Italia nei primi anni della sua vita unitaria fu la guerra al brigantaggio che si potrebbe considerare come la prima guerra civile italiana. Salvadori nel suo libro ne conta tre: la prima quella al brigantaggio, la seconda successiva al Biennio Rosso e che si conclude nel 1922, la terza ed ultima quella combattuta tra il 1943 e il 1945.

Le ragioni alla base del brigantaggio

I contadini del sud Italia furono molto delusi dai risultati del risorgimento italiano. Essi videro disattese le speranze di una redistribuzione della terra. Inoltre, il neonato Stato Italiano favorì i proprietari terrieri. Quindi l’Italia unita per i braccianti fu in continuità con il vecchio stato borbonico.

La necessità di liquidità e di soldati spinse lo Stato italiano a prendere due decisioni molto contestate. La prima fu l’introduzione della leva su tutto lo Stivale. Si deve ricordare che nel Regno delle Due Sicilie non vi era alcuna costrizione obbligatoria. La seconda fu la scelta di vendere le terre ai grandi proprietari terrieri quindi di non distribuirla ai piccoli.

L’assenza di un Partito che potesse canalizzare le esigenze dei braccianti e dei piccoli proprietari terrieri fece scoppiare la “rivolta dei cafoni”. Essa fu rivolta contro i “gentiluomini” e lo “stato piemontese”.