Categoria: Narrativa
Editore: Milano: Il saggiatore
Pagine: 123
DOI: L16
Anno: 1965

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Recensione

Scritto da Corrado Palmiero

Il mio Carso è l'opera principale dello scrittore triestino Scipio Slataper. È l'unico romanzo scritto dall'autore, riprendendo anche brani pubblicati precedentemente, composto nel corso del 1911 durante un soggiorno nel paese carsico di Occisla e pubblicato l'anno successivo per le edizioni de La Voce.

L'opera viene concepita come un'autobiografia lirica e si articola in tre parti corrispondenti a tre periodi della vita del protagonista-autore: l'infanzia, la giovinezza e la maturità. Momenti chiave del simbolismo del libro sono la discesa a Trieste e la salita sul Secchieta, che corrispondono a momenti di svolta nella vita di Scipio. Il punto centrale dell'opera è la disperazione per il suicidio della donna amata (Anna-Gioietta) e per la morte della madre. Per Slataper l'atto del suicidio toglie valore e senso a qualunque atto umano. Nonostante questo, dopo un lungo dramma interiore, la conclusione è positiva e si concretizza nell'ultima, bellissima pagina in cui viene condensato il messaggio del libro: anche se non esistono più valori assoluti che possano giustificare e dare un senso alla vita e alle azioni degli uomini il protagonista sceglie di andare avanti ugualmente e di accettare l'esistenza così com'è in base ai principi del volontarismo etico. Gioietta ha fatto la sua scelta che non è in nessun modo da condannare, Scipio invece in maniera altrettanto legittima sceglie di «amare e lavorare».