Appuntamento a Timbuktu
L’editoriale del numero 3/2006 di Limes “L’Africa a colori“.
tra negrologia e negrofobia, l'invasione cinese, l'impero sudafricano
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La rivista Limes nasce nel 1993 e si impone rapidamente come prodotto di alto valore culturale. Frutto di varie e trasversali componenti intellettuali, e impreziosita da ricche cartine tematiche, Limes è un punto di riferimento imprescindibile per chi ha interesse per la geopolitica nazionale ed internazionale.
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L’editoriale del numero 3/2006 di Limes “L’Africa a colori“.
La penetrazione cinese nel continente nero è molto pervasiva. La caccia al petrolio. I regimi locali aprono le loro porte a Pechino, che in cambio li protegge dalla strategia americana della ‘democratizzazione’. Il caso del Sudan.
Epiderma tratto dal volume 3/2006 di Limes, “L’Africa a colori“.
L’espansione commerciale di Cina e India inasprisce la concorrenza per le materie prime africane ed erode l’egemonia statunitense. Washington deve incrementare la cooperazione con i paesi africani più stabili. Il ruolo del Sudafrica.
Dalla fine dell’Ottocento si è consolidata una forte presenza indiana sul continente nero. Le origini coloniali della diaspora. I casi di Sudafrica e Mauritius. L’impero di Mittal. I siddi, neri approdati nel subcontinente.
L’Africa vive un boom energetico, senza che gli africani ne beneficino. Le majors occidentali a caccia di gas e di greggio competono con le compagnie cinesi. Ma dalla Nigeria al Sudan crescono rischi e turbolenze. A che serve la guerra al terrorismo.
Il radicalismo islamico si espande nel continente nero anche grazie alla decomposizione di alcuni paesi. I casi più allarmanti riguardano il Corno d’Africa, ma anche Nigeria e Sudan. Come gli americani stanno reagendo.
Il nuovo approccio nel rapporto fra paesi donatori e paesi poveri, sintetizzato nel concetto di ownership: i beneficiari devono diventare protagonisti di un progetto comune. Ma le condizioni economiche e politiche restano. Finiamola con l’ipocrisia.
Europa e Africa devono riscoprire le comuni radici e gli interessi condivisi. La lezione di Sénghor. Il peso del colonialismo e la necessità di una ‘missione’ europea. Una prospettiva in cui collocare le politiche migratorie e di cooperazione.
Il 23 febbraio 2005 Parigi ha varato una legge che valorizza il ‘ruolo positivo’ della sua proiezione oltremare. Il rinnovato attivismo delle associazioni di pieds noirs e i tentativi di riabilitare l’Oas. Un dibattito che reinterpreta anche la rivolta delle periferie.
Il concreto contributo italiano alla pacificazione e allo sviluppo dell’Africa tiene conto del nuovo quadro geopolitico ed istituzionale. I princìpi della responsabilità e del partenariato. Cambiare le politiche, non i regimi. La sfida della Cina.
La scelta del presidente Afeworki a favore di Pechino e a danno di Roma. La guerriglia eritrea e la lezione di Mao. L’indipendenza e i legami con l’Asia. La guerra con l’Etiopia e i problemi con Sudan e Yemen. Come usare una rendita geopolitica.
La corsa all’accaparramento delle risorse africane, dalla penetrazione arabo-islamica al colonialismo europeo. La tratta degli schiavi. La competizione franco-anglo-tedesca. Il Congresso di Berlino (1875) come spartiacque.
La rete stradale costruita dagli italiani in Etiopia, ai tempi dell’impero, come strumento strategico, economico e propagandistico. Un modo per affermare la ‘superiorità’ dei colonizzatori. Il ruolo ancillare della ferrovia.
Il fenomeno dei warlords in Africa occidentale. Charles Taylor come archetipo. I combattenti sono giovani esclusi da qualsiasi prospettiva sociale. Più che le logiche utilitaristiche o etniche, è questo senso di esclusione a motivarne la violenza.
Tre pandemie planetarie sono radicate in Africa e qui dobbiamo sconfiggerle. La sfida si gioca non solo in campo medico-farmacologico ma anche nella lotta alla povertà. L’approccio integrato del programma Dream.
La guerra in Sudan rischia di trasformarsi in conflitto regionale. La strategia del leader sudanese al-Bašīr per il controllo del greggio. Il peso delle confraternite mistiche e l’ombra di bin Laden. Gli interessi energetici cinesi e le ambiguità degli Stati Uniti.
Uno Stato cerniera, sempre più rilevante per le sue risorse petrolifere. La Francia lo ha storicamente considerato un territorio militare, da controllare a ogni costo. Gli interessi americani. Il regime clanico di Idriss Déby e la crisi attuale.
La crisi ivoriana ha portato alla ribalta una nuova generazione di politici e di miliziani, che si contendono il potere sul terreno. Un fenomeno inizialmente pilotato dallo stesso presidente Gbagbo, che gli è poi sfuggito di mano. I ‘giovani patrioti’ e i loro metodi.
La tensione fra governo e opposizioni, accesa dalle accuse di brogli nelle elezioni dello scorso anno, rischia di degenerare. E di sfociare nella ripresa di conflitti armati intestini su base etnica. La perdita di velocità di Addis Abeba, già cuore pulsante del continente.
La percezione dei rischi connessi all’instabilità regionale, incluso il terrorismo islamico, ha recentemente impresso una svolta al processo di ricostruzione delle istituzioni somale. La questione dei warlord se quella della capitale. Il ruolo guida dell’Italia.
In una regione fondamentale dell’Africa mediana si incrociano sanguinosamente interessi economici e progetti geopolitici nazionali e internazionali. La contesa per le materie prime si è allargata ai cinesi. I fragili accordi di pace per il Congo.
Affacciate sullo stesso grande fiume, il Congo, le due capitali sono segnate dall’impronta degli ex padroni belgi e francesi. Stesse popolazioni, stesse lingue, abitudini molto simili. Arte di arrangiarsi, caos e amore per una musica che ha stregato l’Africa.
Le missioni dipeacekeepingin Africa come strumento egemonico. Le ambizioni continentali di Pretoria e quelle regionali di Abuja. Due giganti destinati forse a scontrarsi, ma che ancora collaborano. L’ideologia africanista di Thabo Mbeki.
Dall’apartheid all’offshore, da grande fratello africano a peacekeeper continentale in versione europea, i tempi e i modi dell’affermazione di un primattore regionale. La pace come condizione dell’espansione degli interessi nazionali.
Immigrazione, xenofobia e ricerca di identità in Sudafrica. Lo scandalo del centro di rimpatrio di Lindela. Perché Mbeki può avere interesse alla deriva dello Zimbabwe. I limiti della geopolitica regionale di Pretoria.
Fra India, Brasile e Sudafrica si è recentemente consolidata una partnership strategica. Le radici storiche e geografiche dell’intesa. Gli interessi e le risorse di ciascun partner. Verso la creazione di Forze armate comuni?
Nei primi anni di indipendenza il paese retto da Mugabe sembrava un modello di buongoverno. Poi, nell’ultimo decennio, una crisi politica ed economica che si sta avvitando su se stessa. La disputa sulla terra con i farmer bianchi. Il ruolo di Pechino.
La ‘formula italiana’ che permise di risolvere il conflitto nell’ex colonia portoghese offre spunti ancora attuali. La tecnica negoziale della Comunità di Sant’Egidio, tendente a trasformare i nemici in avversari politici. La questione della giustizia.
Dal mito dell’unità africana alla nascita dell’Ua, simbolo della volontà di integrare il continente. Una necessità geopolitica ed economica per contare nel mondo e alimentare lo sviluppo. La preistoria di questa visione e le sfide di domani. L’Ue come modello?
Nella storia, l’occidentalismo è associato all’idea del destino manifesto, ossia della missione civilizzatrice degli Stati Uniti d’America. Le variazioni di un concetto controverso. Dal progetto atlantico all’islamofobia. L’Italia è occidentale?
Rileggere l’attualità attraverso il filo della memoria. La grande svolta di Helsinki e la finezza di Casaroli. L’impressionabilità di Moro. Quando Giovanni Paolo II raccomandava prudenza. La caduta dei muri non è la fine della storia. Le strategie della Santa Sede.
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