Categoria: Poesie
Editore: BIBLIOTECA ECONOMICA NEWTON
Pagine: 463
ISBN: !!
DOI: Q14
Anno: 1990

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Recensione

Scritto da Corrado Palmiero

Etienne Mallarmé, detto Stéphane, nasce a Parigi nel 1842. L'infanzia e la giovinezza sono segnate da due dolorosissimi lutti: ad appena cinque anni muore sua madre, e dieci anni più tardi l'amata sorella minore, Maria. Questa duplice perdita, unita allo slancio precoce per la poesia romantica, è il presupposto di una sensibilità letteraria in cui i temi dell'assenza e del Nulla svolgeranno un ruolo centrale. Cosi la sua personale poetica si orienta verso la ricerca di una parola essenziale, che recuperi il significato dell'esistenza all'interno di una fitta rete di analogie e simboli. Fondamentale l'incontro, nel 1861, con I fiori del male di Baudelaire e con l'opera di Poe, di cui traduce nel corso degli anni le poesie. Consumata la fase in cui la sua scrittura risente ancora di quei modelli, e in generale del clima parnassiano del tempo - che trapela ancora nella prima Erodiade (1865) -, Mallarmé trova la sua peculiare cifra stilistica a partire dal racconto incompiuto Igitur (1869) e, ancor più, con la pubblicazione nel 1876 de Il pomeriggio d'un Fauno. La sua vita familiare, di onesto professore di inglese nei licei, è di nuovo turbata nel 1879 dalla morte del secondogenito Anatole. La notorietà letteraria aumenta con la pubblicazione di alcune poesie all'interno dell'antologia di Verlaine I poeti maledetti (1884). Divenuto ormai punto di riferimento indiscusso per la nuova scuola simbolista e decadente, Mallarmé continua a pubblicate con parsimonia versi, poemetti in prosa e pagine di critica. Nel 1897 esce in rivista la sua opera più innovativa, Un colpo di dadi mai abolirà il caso. Muore a Valvins un anno dopo, nel 1898, senza poter vedere infine raccolte in volume le sue Poesie (1899).