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“L’unica persona nera nella stanza” (66thand2nd Editore) non è solo il titolo del primo libro della giornalista ventottenne Nadeesha Uyangoda ma rappresenta nella sua concretezza anche il senso di isolamento vissuto da tanti italiani di seconda generazione, nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri. Un destino condiviso dalla stessa autrice che, nata in Sri Lanka, all’età di sei anni viene messa in aereo per raggiungere i genitori, già emigrati nella Penisola. Proprio da questo episodio prende il via il libro, in cui il racconto di alcuni episodi significativi della sua vita offre lo spunto all’autrice per analizzare la società italiana, disvelando le dinamiche razziste che ancora la caratterizzano sotto molti aspetti. E che, se all’apparenza percepite come innocue dalla maggioranza bianca della popolazione, sono vissute dai figli di immigrati e immigrate in Italia come offensive e avvisaglie di un diffuso sentire comune xenofobo.