racconti italiani
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"Questi racconti nascono dalle suggestioni di un viaggio nel Sud, "un giro né turistico, né giornalistico", come lo ha descritto lo stesso Tahar Ben Jelloun. Il viaggio lascia lui e il suo amico e "complice" Egi Volterrani eredi di immagini, di impressioni, più nitide di qualunque pretenziosa descrizione. Occhi affettuosi e mani commosse compongono un collage rappresentativo di una terra che accoglie tutto quello che la attraversa, la marea come la mafia, senza dimenticare le anime più belle, la cui solitudine è però uno straziante grido di disfatta. Più delle bieche presenze, infatti, ad offendere il Paese che ci viene raccontato è l'assenza di uno Stato, lo stesso invocato dal titolo del libro, e che infligge la pena maggiore ai territori che dimentica: un esilio senza partenza, una prigionia senza sbarre, l'eterno oblio che rende queste terre straniere. E in quest'ombra prolifica un'altra legge, violenta e crudele, che si autoregola e si riproduce diventando ninfa. L'errore sarebbe quello di leggere questo libro oggi e confinarlo nella sua realtà, senza sentire sui nostri vestiti la stessa assenza che attanaglia i protagonisti che lo animano. Ma se è possibile descrivere una mancanza, afferrare un vuoto, vi si può riuscire solo attraverso le parole, e l'opera vince l'impresa, con la sua semplice poesia."