Categoria: Narrativa
Editore: Roma : Savelli
Pagine: 207
DOI: L63
Anno: 1978

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Recensione

Scritto da Corrado Palmiero

Vassilissa, operaia di un maglificio, è una ragazza sui ventotto anni. Magrolina, debole di costituzione, pallida, è «una vera figlia della città». I suoi capelli sono stati tosati dopo il tifo, e si arricciano. Da lontano ha proprio l'aria di un ragazzo: poco petto sotto una camicia alla russa che porta con una cintura di cuoio un po' usata. Non è bella; solo i suoi occhi non sono ordinari: bruni, carezzevoli, attenti, due occhi che riflettono. Quando li si guarda, ci si sente salire al cuore una vampata di calore. Con occhi di questo genere non si può ignorare l'infelicità altrui. E' una comunista, è diventata «bolscevica» dopo la guerra. S'era messa a odiare la guerra fin dal primo giorno. In fabbrica si facevano collette per il fronte. Si era disposti a fare gli straordinari perché la Russia vincesse la guerra. Ma Vassilissa discuteva, non era d'accordo con nessuno. La guerra è un'attività sanguinosa. A chi giova? Il popolo, dalla guerra, non ricava che disgrazie. I soldati, peraltro, meritano d'essere commiserati; sono così giovani... sono come montoni che si portano al mattatoio. Quando, per la strada, incontrava un convoglio di soldati che andavano al fronte con tutto il loro equipaggiamento, Vassilissa si voltava: andavano alla morte, e gridavano, cantavano, e con che ardore, come se andassero a una festa.